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Storia del Chianti

Il vino Chianti vanta origini antichissime, tanto da dare il nome addirittura ad una parte della Toscana. Secondo alcuni il vino chianti era già noto agli Etruschi, certamente se ne parla in documenti dell'anno 913 e in altri del 1037, ritrovati nella Badia a Coltibuono.

Una curiosità riguarda l'origine del nome Chianti: secondo alcuni potrebbe derivare dal termine latino clangor (rumore), come il rumore dei cacciatori molto diffusi nella zona che oggi è il chianti; secondo altri deriverebbe dall'etrusco clante (acqua).

I primi documenti, in cui con il nome Chianti identifica una zona di produzione di vino, ma anche il vino prodotto, risalgono al XIII secolo, e si riferiscono alla "Lega del Chianti" che si era costituita a Firenze per disciplinare i rapporti con i terziari della zona di Radda, Gaiole e Castellina.
Quello che ancora oggi è l'emblema del vino chianti in tutto il mondo trae le proprie origini proprio dal simbolo della Lega del Chianti: un Gallo Nero su fondo dorato.
Nel 1398 il Chianti era un vino bianco di scarsa qualità. Più tardi, nel 1427, il vino Chianti diventa rosso, la qualità viene migliorata al punto che viene scelto anche dai Papi.

Il 24 settembre 1716 a Firenze il Granduca Cosimo III de' Medici emanò un bando nel quale venivano specificati, per la prima volta, i confini delle zone entro le quali potevano essere prodotti i vini Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d'Arno di Sopra: una sorta di indicazione specifica delle zone di produzione dei vini, ciò che oggi è riassunto nella siglia DOC. il Granduca Cosimo III de' Medici emanò anche un Decreto con il quale veniva istituta una Congregazione di vigilanza sulla produzione, la spedizione, il controllo contro le frodi ed il commercio dei vini.

Fu nel 1835, che Bettino Ricasoli, agricoltore ed enologo, produsse nella propria tenuta in Toscana del Castello di Brolio un vino rosso corposo e dal sapore intenso tale da tenere testa ai famosi vini rossi italiani e francesi. Il vino creato da Bettino Ricasoli aprì di fatto la strada alla commercializzazione nel mondo del vino Chianti, che fu diffuso in tutto il mondo.

La ricetta del vino Chianti di Bettino Ricasoli, consisteva nella vinificazione di due uve rosse (il Sangiovese nella quantità dal 75% al 90%, e il Canaiolo al 5-10%) e una bianca (la Malvasia al 2-5%), a cui si aggiunse successivamente anche la qualità Trebbiano.

Intorno al 1920, alcuni produttori della "zona classica" danno vita al primo consorzio per la difesa del vino Chianti scegliendo come marchio il simbolo della antica Lega del Chianti, il "gallo nero".

Negli anni Settanta si riconosce la denominazione di origine controllata e alla fine del secolo si stende il disciplinare di produzione con la ripartizione in sette sottozone geografiche della Toscana .

Nasce così il vino Chianti che ha reso la Toscana famosa nel mondo attraverso una produzione che non ha mai interrotto la ricerca migliorando la qualità che facendo del chianti uno dei vini migliori e diffusi.

Nella zona della Valdelsa spiccano il chianti Montalbano nei comuni di Capraia e Limite e Vinci, quello delle Colline di Montespertoli ed il Chianti Colli Fiorentini che interessa parti del territorio di Montespertolì, di Montelupo e di Certaldo.

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