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La Beata Giulia

Seconda la tradizione, la Beata Giulia, nacque in Toscana a Certaldo verso il 1319 dalla famiglia nobile dei Della Rena, che vi si trasferirono dopo la distruzione del Castello di Semifonte per opera delle truppe fiorentine nel 1202.

Rimasta orfana in giovane età, andò al servizio dei Tinolfi di Firenze dove venne in contatto con gli Agostiniani diventandone “terziaria”.

La sua forte spiritualità la spinse a vivere una vita più austera e di penitenza. Ritornò a Certaldo nel 1337 e si ritirò in solitudine in una celletta ancora visibile presso il convento degli Agostiniani (dove oggi ha sede il Museo di Arte Sacra di Certaldo di fronte alla Chiesa dei Santi Filippo e Jacopo).

Come Santa Verdiana di Castelfiorentino – conosciuta e venerata in tutta la Toscana – non lascerà più il suo romitorio, dove trascorse circa trenta anni in penitenza e digiuno dedicandosi completamente alla preghiera.

La tradizione popolare racconta che quando i bambini si recavano a farle visita portandole qualcosa da mangiare, li ricambiava con dei fiori freschi in qualunque periodo dell'anno.

Dopo la sua morte nel 1367, grazie anche ad una serie di miracoli, il suo culto si diffuse in tutta la Toscana, confermato anche dal Papa Pio VII nel 1819 durante il cinquecentenario della sua nascita.

L'urna con le spoglie della Beata Giulia, si trovano nella Chiesa dei Santi Filippo e Jacopo nel cuore del centro storico di Certaldo.